Nell'ambito
del 3 Congresso Internazionale del Coaching Psicologico tenutosi in
Italia dalla SCP Italia, è stata presentata una interessante
ricerca effettuata su di un piccolo campione di circa 50
professionisti. L'obiettivo è stato quello di individuare i blocchi
che in termini comportamentali e di pensiero, possano presentarsi nei
contesti organizzativi.
Dalla
ricerca è emerso che nella maggior parte dei casi il modello
di comportamento utilizzato fosse traducibile in "Sii
perfetto"(Taibi Kalher, 1974).Questo profilo è molto
organizzato, decisamente rigoroso e curioso. Il passaggio però,
dagli aspetti funzionali a quelli disfunzionali può essere molto
breve e per certi versi, anche traumatico in particolar modo per i
propri collaboratori."Sii perfetto" diviene il
perfezionista inflessibile che fa del controllo eccessivo, la spinta
motivazionale nei confronti degli altri, ottenendo il risultato
decisamente contrario: li svaluta costantemente e non riesce a
farli sentire parte del contesto aziendale. E così , ritiene
che il risultato sia raggiungibile attraverso costanti sfide che sono
vissute come mezzo attraverso il quale realizzare le proprie
ambizioni. Tenderà ad tenere sotto costante pressione i propri
collaboratori nel tentativo di renderli consapevoli che
il bene aziendale per come lo intende, debba essere una necessità
prioritaria per tutti.
La
conseguenza di questa visone è rappresentata da un costante
controllo di ciò che fanno gli altri al fine di verificare
l'andamento del lavoro; nei casi in cui non sia rispettato il proprio
standard, tenderà a sostituirli e a impegnarsi in prima persona,
nello svolgimento delle varie attività. In questi casi è possibile
che si crei una situazione in cui "Nessun collaboratore è in
grado di portare a termine i progetti nei modi e nei tempi giusti"
o ancora " non fate abbastanza perché abbastanza non è mai
abbastanza".Un capo "sii perfetto" difficilmente sarà
in grado di evidenziare le risorse dei propri collaboratori
sottolineando gli elementi positivi e ancor più difficilmente saprà
rendere merito dei risultati poiché troppo concentrato ad effettuare
controlli e verifiche o già proiettato in un nuovo progetto.Un
responsabile o un dirigente che non riesce a vivere con
soddisfazione porterà come ricaduta negativa, il senso di
svilimento e svalutazione; la delega se avviene è sempre parziale e
spesso revocata, in quanto sempre focalizzato su elementi negativi
che demotivano .Non coglie che il primo sabotatore è egli stesso
che si perde nel definire ogni minimo particolare nel tentativo di
controllare interamente la situazione senza di fatto passare
all'azione o dare strumenti ed indicazioni operative idonee ai propri
collaboratori per poterlo fare.
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