Molto spesso l'esposizione della persona ad un evento traumatico in cui la persona ha percepito in modo netto il rischio e la minaccia della propria morte o della morte di altre persone, si può innestare una reazione di paura intensa , senso di impotenza e di agitazione. Proprio per le caratteristiche così importanti, l'evento non viene facilmente dimenticato e la persona che ne è vittima, ha spesso il ricordo ricorrente e piuttosto vivido di quanto è accaduto. Spesso i ricordi si presentano come veri e propri flashback tanto che il vissuto ed il sentire della persona, si presentano come attuali, accaduti di recente mentre possono essere in realtà, piuttosto lontani nel tempo.
E' possibile che la persona abbia la sensazione di rivivere l'esperienza o che si manifestino delle allucinazioni. Poiché spesso, questi fatti sono assoggettati a cause civili e penali molto lunghe nel tempo, i soggetti sembrerebbero sviluppare una vittimizzazione secondaria in cui oltre a vivere come pesante il ricordo e l'elaborazione del fatto in questione, sono tenuti anche a riviverlo costantemente senza riuscire a chiudere con una vera e propria elaborazione a causa dei tempi lunghi della giustizia.
In questi soggetti, oltre alla caratteristiche del DPTS ossia del Disturbo Post Traumatico da Stress, compaiono anche stati di agitazione costante derivati dalla rabbia e frustrazione crescente per ciò che devono ancora passare e la strutturazione di personalità rigide organizzate su modalità di comportamento fatte di evitamento, aggressività, facilità di irritazione e pensiero irrazionale che favorisce un disturbo d'ansia costante con distorsione del pensiero.In questi casi è utile utilizzare interventi terapeutici ristrutturativi accompagnati da tecniche cognitive che mirano non solo all'espolarione dell'evento in sé, ma, che aiutino la persona progressivamente a risolvere o migliorare l'atteggiamento ed il comportamento che nella vita quotidiana, risulta comunque influenzato dal vissuto traumatico del soggetto.
Uno strumento molto utile sembrerebbe rappresentato dalla RET, Rational emotive Therapy ossia la terapia razionale emotiva ideata originariamente da Ellis che applica il suo principio fondante sull'idea che le interazioni di pensiero, emozione e comportamento, possano effettivamente influire sul vissuto psicologico delle persone.
In pratica possiamo dire che la qualità del nostro pensiero, su noi stessi, sul nostro scopo di vita e sul mondo che ci circonda può determinare il nostro adattamento positivo alle dinamiche della vita.
In particolar modo, dobbiamo immaginare che una vittima di un evento traumatico, sarà sempre portata ad elaborare quanto accaduto, in modo costante e ripetitivo, quasi compulsivo, come se fosse costretta a guardare e riguardare uno spezzono di un film , infinite volte, alla ricerca di un particolare, un dato momento, un segnale, che possa contribuire a chiarire quanto accaduto e a dare un senso non solo al fatto stesso, ma, soprattutto, al cambiamento spesso in paggio, che dallo stesso fatto in avanti, la persona ha registrato nella propria vita. In particolar modo l'applicazione della RET alle tecniche immaginative, consente di elaborare in modo piuttosto intenso e diretto, le emozioni inappropriate che interferiscono nell'azione quotidiana.
La tecnica Positive Imagery sull'immaginazione dell'esperienza che ha determinato certi vissuti e comportamenti. Al soggetto viene chiesto di abbandonarsi all'emozione sia essa di rabbia, di ansia o di depressione e di individuare i suoi pensieri , le parole d'ordine che lo costringono a quel vissuto e comportamento. Il soggetto ha poi la possibilità di valutare liberato dall'emozioni in eccesso, se quegli atteggiamenti, quei comportamenti o quelle aspettative sono davvero funzionali o possano essere sostituite con altri .
E' possibile che la persona abbia la sensazione di rivivere l'esperienza o che si manifestino delle allucinazioni. Poiché spesso, questi fatti sono assoggettati a cause civili e penali molto lunghe nel tempo, i soggetti sembrerebbero sviluppare una vittimizzazione secondaria in cui oltre a vivere come pesante il ricordo e l'elaborazione del fatto in questione, sono tenuti anche a riviverlo costantemente senza riuscire a chiudere con una vera e propria elaborazione a causa dei tempi lunghi della giustizia.
In questi soggetti, oltre alla caratteristiche del DPTS ossia del Disturbo Post Traumatico da Stress, compaiono anche stati di agitazione costante derivati dalla rabbia e frustrazione crescente per ciò che devono ancora passare e la strutturazione di personalità rigide organizzate su modalità di comportamento fatte di evitamento, aggressività, facilità di irritazione e pensiero irrazionale che favorisce un disturbo d'ansia costante con distorsione del pensiero.In questi casi è utile utilizzare interventi terapeutici ristrutturativi accompagnati da tecniche cognitive che mirano non solo all'espolarione dell'evento in sé, ma, che aiutino la persona progressivamente a risolvere o migliorare l'atteggiamento ed il comportamento che nella vita quotidiana, risulta comunque influenzato dal vissuto traumatico del soggetto.
Uno strumento molto utile sembrerebbe rappresentato dalla RET, Rational emotive Therapy ossia la terapia razionale emotiva ideata originariamente da Ellis che applica il suo principio fondante sull'idea che le interazioni di pensiero, emozione e comportamento, possano effettivamente influire sul vissuto psicologico delle persone.
In pratica possiamo dire che la qualità del nostro pensiero, su noi stessi, sul nostro scopo di vita e sul mondo che ci circonda può determinare il nostro adattamento positivo alle dinamiche della vita.
In particolar modo, dobbiamo immaginare che una vittima di un evento traumatico, sarà sempre portata ad elaborare quanto accaduto, in modo costante e ripetitivo, quasi compulsivo, come se fosse costretta a guardare e riguardare uno spezzono di un film , infinite volte, alla ricerca di un particolare, un dato momento, un segnale, che possa contribuire a chiarire quanto accaduto e a dare un senso non solo al fatto stesso, ma, soprattutto, al cambiamento spesso in paggio, che dallo stesso fatto in avanti, la persona ha registrato nella propria vita. In particolar modo l'applicazione della RET alle tecniche immaginative, consente di elaborare in modo piuttosto intenso e diretto, le emozioni inappropriate che interferiscono nell'azione quotidiana.
La tecnica Positive Imagery sull'immaginazione dell'esperienza che ha determinato certi vissuti e comportamenti. Al soggetto viene chiesto di abbandonarsi all'emozione sia essa di rabbia, di ansia o di depressione e di individuare i suoi pensieri , le parole d'ordine che lo costringono a quel vissuto e comportamento. Il soggetto ha poi la possibilità di valutare liberato dall'emozioni in eccesso, se quegli atteggiamenti, quei comportamenti o quelle aspettative sono davvero funzionali o possano essere sostituite con altri .
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