Secondo il Dott. Bremner , professore associato della University School of Medicine di Atlanta la risposta lampante sarebbe assolutamente si! E' ormai fatto acclarato che lo stress grave e cronico, sia in grado di determinare effetti deleteri sulla funzione cerebrale anche non reversibili. Attraverso diversi studi di neuroimmagine, il professore ha dimostrato che a carico dell'ippocampo, sede della integrazione mnestica e della corteccia prefrontale, è possibile individuare una serie di danni tali, da spiegare problemi come la dissociazione, le difficoltà emozionali e quelle interpersonali che sono spesso presenti, in soggetti che hanno subito un forte trauma emozionale. Inoltre, in queste persone, sarebbe possible registrare la presenza di una produzione eccessiva di noroadrenalina e di cortisolo. Per quanto riguarda la prima, quantitativi normali consentono alle funzioni cognitive e all'attenzione, di funzionare regolarmente. Nel caso di un trauma, invece, la loro produzione serve all'individuo per affrontare il pericolo, con maggiore prontezza.
Nei soggetti sottoposti ad eventi traumatici, l'eccessiva produzione di queste sostanze, fa si che il cervello si "inceppi". Stessa cosa per ciò che riguarda il cortisolo che, se viene prodotto in quantità eccessive, può determinare danni fisici e all'encefalo.
Secondo il professore, questo cambiamento di funzionamento a livello encefalico, spiegherebbe come mai molti pazienti si sentano sempre più assomigliare a pazienti con problematiche organiche di memoria o di demenza. Si potrebbe proprio parlare di un vero e proprio invecchiamento precoce e rapido, tale da causare dei deficit di memoria ed in grado di influire sullo sviluppo di malattie quali ictus o diabete.
Nei soggetti sottoposti ad eventi traumatici, l'eccessiva produzione di queste sostanze, fa si che il cervello si "inceppi". Stessa cosa per ciò che riguarda il cortisolo che, se viene prodotto in quantità eccessive, può determinare danni fisici e all'encefalo.
Secondo il professore, questo cambiamento di funzionamento a livello encefalico, spiegherebbe come mai molti pazienti si sentano sempre più assomigliare a pazienti con problematiche organiche di memoria o di demenza. Si potrebbe proprio parlare di un vero e proprio invecchiamento precoce e rapido, tale da causare dei deficit di memoria ed in grado di influire sullo sviluppo di malattie quali ictus o diabete.
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