Mente sana in un corpo sano, cosi dicevano gli antichi ! Se è vero che i consigli degli anziani sono dei veri e propri tocca sana allora forse è il caso che questa massima sia ripresa realmente e concretamente come un elemento importante da considerare nella valutazione della qualità di vita e soprattutto in ambito lavorativo.
Non esiste una vera separazione tra mente e corpo ma una costante comunicazione tra le parti . Per questo motivo, un lavoro estenuante in termini fisici, in grado di influenza la mente. Il superlavoro o la mancanza dello stesso può determinare l'insorgenza di stress e di malattie ad esso correlate quali ad esempio malattie psicosomatiche, cardiovascolari, mentali e psicologiche. Ma per intenderci , in cosa consiste la salute mentale sul posto di lavoro? Intanto la possibilità che questo possa determinare una soddisfacente qualità di vita con tutte le sfaccettature che comporta e che variano da contesto a contesto, da persona a persona. Sintetizzando potremmo dire : equilibrio, serenità e tranquillità, coscienza del proprio stato individuale e sociale, curiosità e spirito di iniziativa. Questo perché un lavoro ben organizzato deve rispettare la salute umana, l'equilibrio del lavoratore , requisito fondamentale affinché si possa parlare di benessere.
La precarietà del lavoro ad esempio può portare a ritmi intensi temporanei di compiti troppo elevati per unità di tempo con l'illusione che se sarà tanto bravo da fare tutto da solo dimostrerò il mio interesse ed avrò più possibilità ( non è sempre così) o al contrario improvviso arresto di compiti di lavoro, impegni scarsi, troppo bassi per unità di tempo, che lasciano la persona senza letteralmente fare nulla tutto il giorno ed ancora un ritmo discontinuo tra queste due posizioni chiamato on -off.
I dati europei stimati e diffusi a novembre 2008 evidenziano uno scenario molto complesso. A rischio sarebbero soprattutto gli insegnanti, infermieri, operatori di call center e forze dell'ordine. Dati che descrivono il vissuto di oltre 40 milioni di persone, ossia circa il 10% della popolazione.
E la cifra è destinata addirittura a salire a 1 lavoratore su 4 (25%) a causa delle preoccupazioni innescate dalla crisi finanziaria internazionale. Nel 2006, il 6% della forza lavorativa è stata esposta a minacce di violenza fisica, il 4% a violenze da parte di terzi e il 5% a bullismo e/o molestie.
I fattori intrinseci al lavoro che possono determinare l'insorgenza e la cronicizzazione dello stress sono molteplici: la presenza di pericoli fisici, chimici,biologici. Il sovraccarico o sottocarico di lavoro. Il ritmo eccessivo o al contrario la monotonia. E' possibile individuare anche fattori di rischio, legati al ruolo all'interno dell'organizzazione come ad esempio la responsabilità per le persone, conflitti ed ambiguità legate al ruolo, la possibilità o meno di partecipazione alle decisioni, la mancanza di controllo sul proprio lavoro. Esistono, poi, fattori inerenti i rapporti con gli altri come ad esempio relazioni personali insoddisfacenti, problemi di rapporti con colleghi, superiori e subordinati.
Gli effetti immediati a medio lungo periodo sono caratterizzati da disturbi della salute , mal di testa, nervosismo, insonnia, disturbi gastrici, disturbi cardio-circolatori (infarto), non essere più in grado di "staccare la spina", iperattività , sentirsi privo di energie, la stima di sé va diminuendo, maggior consumo di sostanze psicoattive (nicotina, alcol, farmaci, hashish), riduzione della creatività e dell'entusiasmo, riduzione della qualità e delle prestazioni, cattivo clima di lavoro, rischio d'infortunio continuamente elevato, depressione.
Che cosa si può fare? Sembrerebbe piuttosto banale affermare che, per combattere lo stress è necessario eliminare gli agenti stressanti, o per o meno, cercare di ridurli a un livello sopportabile, sviluppando e rafforzando le proprie risorse . Tra le risorse troviamo ad esempio la possibilità di pianificare , programmare o controllare direttamente il proprio lavoro. Non è da sottovalutare anche la necessità di avere nelle relazioni affettive ed interpersonali, quel sostegno necessario per alleggerire le preoccupazioni che emergono sul posto di lavoro. La collaborazione è comunque considerata una importante risorsa propri tra i colleghi. Questa infatti permette di organizzare in relazione ai compiti e alle scadenze, un lavoro sereno e con poco stress. Quanto più la propria esperienza ed il proprio ruolo sono tenute in considerazione per l'organizzazione del lavoro da effettuare tanto più ogni persona si sentirà valorizzata e rispettata per le sue caratteristiche e le proprie risorse riducendo i motivi di conflitto .
Non esiste una vera separazione tra mente e corpo ma una costante comunicazione tra le parti . Per questo motivo, un lavoro estenuante in termini fisici, in grado di influenza la mente. Il superlavoro o la mancanza dello stesso può determinare l'insorgenza di stress e di malattie ad esso correlate quali ad esempio malattie psicosomatiche, cardiovascolari, mentali e psicologiche. Ma per intenderci , in cosa consiste la salute mentale sul posto di lavoro? Intanto la possibilità che questo possa determinare una soddisfacente qualità di vita con tutte le sfaccettature che comporta e che variano da contesto a contesto, da persona a persona. Sintetizzando potremmo dire : equilibrio, serenità e tranquillità, coscienza del proprio stato individuale e sociale, curiosità e spirito di iniziativa. Questo perché un lavoro ben organizzato deve rispettare la salute umana, l'equilibrio del lavoratore , requisito fondamentale affinché si possa parlare di benessere.
La precarietà del lavoro ad esempio può portare a ritmi intensi temporanei di compiti troppo elevati per unità di tempo con l'illusione che se sarà tanto bravo da fare tutto da solo dimostrerò il mio interesse ed avrò più possibilità ( non è sempre così) o al contrario improvviso arresto di compiti di lavoro, impegni scarsi, troppo bassi per unità di tempo, che lasciano la persona senza letteralmente fare nulla tutto il giorno ed ancora un ritmo discontinuo tra queste due posizioni chiamato on -off.
I dati europei stimati e diffusi a novembre 2008 evidenziano uno scenario molto complesso. A rischio sarebbero soprattutto gli insegnanti, infermieri, operatori di call center e forze dell'ordine. Dati che descrivono il vissuto di oltre 40 milioni di persone, ossia circa il 10% della popolazione.
E la cifra è destinata addirittura a salire a 1 lavoratore su 4 (25%) a causa delle preoccupazioni innescate dalla crisi finanziaria internazionale. Nel 2006, il 6% della forza lavorativa è stata esposta a minacce di violenza fisica, il 4% a violenze da parte di terzi e il 5% a bullismo e/o molestie.
I fattori intrinseci al lavoro che possono determinare l'insorgenza e la cronicizzazione dello stress sono molteplici: la presenza di pericoli fisici, chimici,biologici. Il sovraccarico o sottocarico di lavoro. Il ritmo eccessivo o al contrario la monotonia. E' possibile individuare anche fattori di rischio, legati al ruolo all'interno dell'organizzazione come ad esempio la responsabilità per le persone, conflitti ed ambiguità legate al ruolo, la possibilità o meno di partecipazione alle decisioni, la mancanza di controllo sul proprio lavoro. Esistono, poi, fattori inerenti i rapporti con gli altri come ad esempio relazioni personali insoddisfacenti, problemi di rapporti con colleghi, superiori e subordinati.
Gli effetti immediati a medio lungo periodo sono caratterizzati da disturbi della salute , mal di testa, nervosismo, insonnia, disturbi gastrici, disturbi cardio-circolatori (infarto), non essere più in grado di "staccare la spina", iperattività , sentirsi privo di energie, la stima di sé va diminuendo, maggior consumo di sostanze psicoattive (nicotina, alcol, farmaci, hashish), riduzione della creatività e dell'entusiasmo, riduzione della qualità e delle prestazioni, cattivo clima di lavoro, rischio d'infortunio continuamente elevato, depressione.
Che cosa si può fare? Sembrerebbe piuttosto banale affermare che, per combattere lo stress è necessario eliminare gli agenti stressanti, o per o meno, cercare di ridurli a un livello sopportabile, sviluppando e rafforzando le proprie risorse . Tra le risorse troviamo ad esempio la possibilità di pianificare , programmare o controllare direttamente il proprio lavoro. Non è da sottovalutare anche la necessità di avere nelle relazioni affettive ed interpersonali, quel sostegno necessario per alleggerire le preoccupazioni che emergono sul posto di lavoro. La collaborazione è comunque considerata una importante risorsa propri tra i colleghi. Questa infatti permette di organizzare in relazione ai compiti e alle scadenze, un lavoro sereno e con poco stress. Quanto più la propria esperienza ed il proprio ruolo sono tenute in considerazione per l'organizzazione del lavoro da effettuare tanto più ogni persona si sentirà valorizzata e rispettata per le sue caratteristiche e le proprie risorse riducendo i motivi di conflitto .
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